Un altro mondo, la stessa umanità. Don Filippo a Gambella.
C’è un altro mondo, c’è un altro pianeta nel sud della Etiopia, a Gambella. E’ una porzione della Chiesa universale che su circa 800 mila abitanti conta circa 30 mila battezzati. A testimoniare il Vangelo ci sono un vescovo salesiano, tredici sacerdoti etiopici, una casa delle Suore Missionarie della Carità di Santa Teresa di Calcutta e Don Filippo Perin, salesiano, nativo di Porcia, Pordenone che sorride e che dimostra meno dei suoi 50 anni. Vive dal 2009 fra persone per le quali la sua età è una chimera: l’età media non supera i 48 anni. A Gambella, o meglio nei villaggi dove incontra le persone nelle capanne, realizza cappelle fatte di legno e di fango, pozzi per aiutare le donne a fare meno strada per trovare l’acqua, organizza asili per i bambini e costituisce una rete di solidarietà sociale e sanitaria, fondata su catechiste e catechisti locali.
Sorride, Don Filippo,per tutto l’incontro presso la parrocchia di San Domenico Savio che lo aiuta a distanza per le tante necessità, sebbene le immagini che scorrono sul video presentino serpenti ed animali feroci, villaggi senza elettricità, televisioni, telefoni. La prima esigenza per gli uomini e le donne dei quali ha avuto come missione farsi prossimo, è mangiare. Il mais, la polenta è il piatto di base senza il quale non si sopravvive e sua attenzione e farne giungere per chi, quasi sempre donne, non ha modo di sfamare i figli.
Ecco che un piccolo mulino aiuta le donne a ricavare una farina migliore con meno sforzo.
Gira, don Filippo, su una jeep come si immagina siano i missionari che operano nel primo annuncio, su strade sterrate, la strada tagliata da un leone, per incontrare i catechisti. I primi incontri sono all’ombra di un grande albero. Poi realizza le cappelle, finora cinque, che diventano luoghi per la liturgia, per Sante Messe che durano almeno 3 ore, tanti sono i canti e la voglia di stare assieme dei Nuer, ma anche aula scolastica e per qualcuno posto per dormire al sicuro la notte. Favorisce la alfabetizzazione e distribuisce bibbie, indirizza alle cure mediche. I Nuer sono una etnia etiope al confine con il Sud Sudan, considerata come reietta dagli Etiopi del nord, meno scuri di pelle e che parlano una lingua diversa dalla loro. La loro vita dipende dalle due stagioni, quella della pioggia che fa crescere il granoturco e quella secca dove la savana si popola di antilopi e dei predatori.
Parla, Don Filippo, la lingua locale con difficoltà, a volte non riesce a farsi comprendere e per farlo si fa aiutare dai catechisti, anche dalle donne, nelle omelie, Non molla, Don Filippo, questo mondo così lontano dal nostro, ma è terra ed è gente per la quale come in Europa Cristo è morto e risorto . E lo annuncia, e fa quanto riesce a fare, battezza, sposa, predica la fedeltà laddove la poligamia è prassi comune. E ci sono tantissimi bambini che sorridono come lui, e la gioia momentanea di coloro che partecipano alla festa che si scatena quando l’acqua di un pozzo bagna la gente e la terra anche grazie ad un piccolo aiuto che è giunto da Verona.
Fc